Accanto alla Barbera, vero tratto identitario di tutto il Monferrato, esistono numerosi altri vitigni autoctoni di assoluto prestigio, che danno origine ad una biodiversità unica nel panorama vitivinicolo nazionale.

Questa biodiversità è oggi ben sintetizzata dalle numerose Denominazioni esistenti e tutelate dal Consorzio. Partendo da produzioni estremamente caratterizzate territorialmente si giunge fino alla grande Doc Piemonte, che ricomprende al suo interno tutta la varietà produttiva regionale. Qualunque siano però le caratteristiche di ciascuna Denominazione ciò che non muta è l’impegno profuso dal Consorzio per la sua tutela e valorizzazione, nella consapevolezza che ciascuna di esse è portatrice di una storia unica, da difendere e promuovere.

I SUOLI

Essendo un vino espressione non solo del vitigno ma anche dell’ambiente circostante, che lo modella rendendolo unico, è indispensabile evidenziare le caratteristiche delle colline su cui la Barbera d’Asti cresce.

Il Monferrato ha preso forma oltre 2 milioni di anni fa, conseguenza di quel processo di erosione innescato dal ritirarsi delle acque dall’attuale pianura padana. Riguardo ai terreni, generalmente poveri di sostanze organiche e spesso aridi d’estate, si possono distinguere due tipologie principali: le terre bianche e le sabbie astesane.

Le prime, più antiche, sono diffuse nel canellese, nell’area sud astigiana, in quella alessandrina e nel casalese; i vini prodotti da uve qui coltivate sono corposi, ricchi di colore, che si mantengono a lungo nel tempo. Le sabbie astesane, diffuse prevalentemente al centro del Monferrato astigiano a destra e sinistra del Tanaro, si trovano su colline ben più ripide, da cui si ottengono vini caratterizzati da una minore acidità e da una maturazione più veloce.