Zona di produzione

Zone produzione - Consorzio Barbera d'Asti e vini del Monferrato

La denominazione Piemonte, istituita alla fine del 1994, ha offerto ai produttori la possibilità di sviluppare nuove linee di prodotti di qualità, tutelati e garantiti. Alcune modifiche furono apportate in momenti successivi, come con il decreto del 30 luglio 2007, relativo ad alcuni aspetti tesi a rendere più elastica la denominazione, come l’introduzione della tipologia “frizzante” su alcune tipologie varietali e l’apertura a forme di packaging diverse dalla bottiglia, quali il bag in box. Nel corso della sua storia la Doc Piemonte si è evoluta ulteriormente.

Il decreto del 17 settembre 2010 ha modificato notevolmente l’impianto della denominazione: significativi sono stati l’allargamento della zona di produzione, l’istituzione delle nuove tipologie “senza nome di vitigno” bianco, rosso e rosato e quelle “con nome di vitigno”: Dolcetto e Freisa, che sono tra i vitigni autoctoni più importanti e tradizionali della regione e Albarossa (introdotta dal precedente decreto 29 luglio 2009), nuovo vitigno autoctono frutto di un incrocio intraspecifico tra Nebbiolo di Dronero (Chatus) e Barbera, ottenuto dal prof. Dalmasso negli anni trenta del secolo scorso. L’Albarossa, superata con successo la fase sperimentale, grazie alle sue ottime attitudini enologiche consente la produzione di vini originali, dai profumi fruttati intensi e di ottima struttura ed armonia gusto-olfattiva, che si giovano di almeno 12 mesi di maturazione in cantina prima dell’immissione al consumo. A questi si è affiancata la possibilità di produrre vini che riportano il nome Sauvignon blanc, Cabernet sauvignon, Merlot, Syrah e Pinot nero, vitigni internazionali che ora non possono più considerarsi di nuova introduzione ma fanno parte a pieno titolo del patrimonio viticolo piemontese. Un’altra novità introdotta con questo decreto è stata la specificazione aggiuntiva “vigneti di montagna” per le tipologie del Piemonte Doc bianco, rosso e rosato, andando cosi incontro al ritorno di interesse, anche in seguito ai mutamenti climatici degli ultimi anni, verso le viticolture “di altitudine”.

La denominazione Piemonte offre oggi una notevole varietà di tipologie, sia attraverso la numerosità dei vitigni utilizzabili per la maggior parte autoctoni, sia attraverso la possibilità di produrre vini fermi, frizzanti, spumanti o passiti, rappresentando al meglio e con le diverse sfumature una così vasta area di produzione. La Doc Piemonte nella sua attuale declinazione permette una più corretta classificazione e diversificazione produttiva, consolidando l’economia di vaste aree collinari piemontesi: questi vini sono il frutto della grande tradizione viticola piemontese abbinata alla sapiente tradizione enologica della regione, costantemente aggiornata e riconosciuta in tutto il mondo.

I vitigni