Oltre due punti percentuali di crescita in piena pandemia. Questo nel 2021 ha significato il mercato della Svezia per i vini italiani. Uno solo dei Paesi Scandinavi a cui vanno sommati i risultati di tutte le altre nazioni confinanti. Un risultato che anche da solo sta lì a dimostrare l’importanza e la forza che ha un mercato solo apparentemente distante dal nostro. Ancor di più quando si rileva, nelle analisi, il peso eguale o maggiore che hanno le altre Nazioni della penisola, come la Danimarca, che da sola vale oltre 152 milioni di euro annui solo per il nostro Paese.
Un mercato più che florido, dalle grandissime potenzialità. E per questo, un mercato che va coccolato e costruito passo dopo passo con iniziative, momenti di formazione in loco, degustazioni e incoming sul territorio italiano. Esattamente le stesse azioni di stabilizzazione che il Consorzio Barbera d’Asti e vini del Monferrato – partner nei Paesi Scandinavi anche della Guida Michelin – sta portando avanti da anni.
Essere sul territorio e conoscere le differenze tra i vari popoli è fondamentale. Basti pensare che la Danimarca, forse grazie anche al peso delle accise più basso rispetto a Svezia e Norvegia, è considerata il Paese del futuro, e un polo di attrazione soprattutto per le cantine più piccole, mentre dentro i confini di Norvegia e Svezia, il pubblico è sensibilmente più vicino a prodotti made in Italy di fascia alta, enologici quanto gastronomici. Fondamentale in questo caso la capacità di spesa, che per i norvegesi è, di media, pari a 69 mila dollari all’anno pro capite. Un portafoglio importante ha permesso anche ai giovani di approcciarsi al vino, considerato – anche nell’Europa centro e meridionale – un bene troppo pesante dal punto di vista economico.
Ma cosa piace ai norvegesi – e agli svedesi idem -, un vino qualsiasi? No. Stando a uno studio dell’Università di Torino in collaborazione con Unicredit banca, i vini rossi italiani sono tra i più esportati nella Penisola (circa 15,5 milioni di litri per un totale di 279 milioni di euro solo in Norvegia), superando di oltre 3 la Spagna e la Francia.
Tra le regioni vitivinicole italiane più conosciute e apprezzate, il Piemonte la fa sicuramente da padrone, tanto che questo particolare mercato è diventato il più importante in assoluto per molte denominazioni. Nel 2017 – uno degli ultimi anni pre pandemia, quindi con un mercato nel pieno delle sue funzioni – le aziende vinicole piemontesi hanno fatturato un totale di 69 milioni di euro con le esportazioni in Norvegia, posizionandosi al secondo posto, appena dietro al Veneto, che vola nelle classifiche grazie al posizionamento del Prosecco.
Una conquista già in atto, che continuando a lavorare sul solco dei contatti umani e diplomatici degli ultimi anni, non può che crescere ancora.