Creare dalla crisi nuove opportunità. Crescere significa questo e il Consorzio Barbera d’Asti e dei vini del Monferrato in questi anni è cresciuto molto. Nonostante la pandemia. “Non ci siamo fermati – ha dichiarato il Presidente Filippo Mobrici in occasione dell’ultima edizione del Vinitaly, nel cuore del grande spazio dedicato al nostro Consorzio – nemmeno durante i mesi più duri. Abbiamo continuato a lavorare per i nostri associati e oggi possiamo guardare a un futuro non solo di conferme per i nostri vini, ma soprattutto di crescita. Si sono risvegliati i rapporti commerciali con i mercati esteri, con un grandissimo exploit negli Stati Uniti d’America. Il 2021 si è concluso con un totale di 60 milioni di bottiglie”.

Numeri importantissimi che promettono di crescere, grazie anche ai grandi investimenti che il Consorzio sta facendo proprio sul mercato Statunitense, continuando oramai da anni a promuovere il territorio con vini tra i più amati da New York a Miami.

Negli Stati Uniti l’industria della ristorazione che si richiama alla cucina italiana ha registrato un’importante crescita, si parla di un +7,8% dal 2014 al 2022, con oltre 70.000 ristoranti USA che si definiscono “italiani”. Andando oltre i numeri, questo trend positivo, racconta di una grande passione degli americani per l’italianità: moda, motori, cultura e ovviamente enogastronomia.

Un esempio su tutti la Barbera d’Asti, universalmente riconosciuta negli USA per la sua versatilità negli abbinamenti gastronomici, perfetta per chi ama mangiare italiano (ça va sans dire), ma più che adatta anche accanto a piatti della cucina a stelle e strisce. “The Ultimate Wine Food” è una reputazione riconosciuta e meritata – ripresa anche sul New York Times dal noto critico Eric Asimov – fondata su anni di duro lavoro promozionale.

Lavoro che oggi porta la Barbera d’Asti e tutti i vini del Monferrato a vivere un momento particolarmente felice se è vero, è lo è, come ricorda il Direttore generale di Vinitaly che “gli Stati Uniti sono sempre più mercato di riferimento per i Paesi produttori. La domanda Usa come rileva l’Osservatorio Uiv-Vinitaly nel 2021 ha azzerato il Covid con gli interessi grazie a un incremento delle importazioni complessive a valore del 26% sul 2020, ma anche del 14% rispetto al 2019. In questo contesto l’Italia si conferma, assieme alla Francia, produttore di riferimento con quasi ⅓ del mercato di vini di importazione e un valore totale di oltre 16 miliardi di dollari totale. Orizzonte che vede il Piemonte al secondo posto tra le regioni più esportate in assoluto e il Monferrato – grazie appunto al grande amore che gli Statunitensi hanno per la Barbera – una delle aree più apprezzate – anche commercialmente – in assoluto”.

Un filo rosso di profonda amicizia, un ponte color vino che dal Monferrato arriva dall’altra parte dell’Atlantico, che verrà ancora costruito, giorno dopo giorno.