Il Nebbiolo è un vitigno coltivato in tutto il territorio della regione Piemonte: in provincia di Torino (Carema), nel Biellese, nell’Alto Vercellese, nel Novarese e nell’Astigiano. Tuttavia nel Cuneese, (Langhe e Roero) è più ampiamente coltivato ed esprime la sua eccellenza. È anche ampiamente diffuso nella Bassa Valle d’Aosta, in Valtellina e presente in Franciacorta. Sporadici impianti si trovano oltreoceano.
Il Nebbiolo presenta uno spiccato polimorfismo ed una elevata variabilità intravarietale. La foglia adulta – pentagonale o cuneiforme, raramente intera, spesso trilobata, ma talvolta a 5 o 7 lobi – ha dimensioni da piccole a medio-grandi ed è caratterizzata dall’avere un picciolo lungo. Il lembo ha profilo piano o un po’ a coppa, di medio spessore, finemente bolloso, con punto peziolare rosato o nervature rosse alla base.
Il grappolo a maturità si presenta frequentemente medio-grande o grande, piramidale alato, allungato, mediamente compatto con peduncolo di media lunghezza e robusto.
L’acino, medio-piccolo, di colore blu-nero, presenta buccia consistente.
Germogliamento: precoce (prima decade di aprile).
Maturazione dell’uva: tardiva (seconda-terza decade di ottobre).
È un vitigno dotato di elevata vigoria e produttività media o elevata (con grande variabilità a seconda del clone). Il Nebbiolo, a causa della sua ridotta fertilità a livello delle gemme basali, richiede sempre una potatura lunga o mista; il sistema di allevamento più diffuso è la controspalliera, caratterizzata però da una altezza maggiore rispetto agli altri vitigni. Tradizionalmente esistono anche forme più espanse. Il Nebbiolo è sensibile all’oidio e talvolta alla muffa del grappolo. Il suo precoce germogliamento lo rende soggetto a danni causati dalle gelate tardive.
La sua più confacente utilizzazione è per vini di corpo e struttura, invecchiati per un periodo più o meno lungo.